Ciccia

Posted on 25 Maggio 2013

0



Capitiamo Da Irma in serata degustazione. Non di Chianina, nel senso che quella c’è di default, ma di Chianti. Con contorno di Sangiovese. In purezza, precisa il Maestro (Alberto).
Non è mai solo una cena, lì, a Ruscletto di San Vito di Fagagna. E’ un labirinto di sapori un viaggio del palato un’ipnosi un’infinita sorpresa: il Maestro ci ha servito stavolta anche collo, pancia, milza, fegato. Tocchi impensabili.
Locale retrò, nel mezzo di un paesino friulano, al bancone ti aspettano un calice d’entrata e la finocchiona. Affettata in diretta. Ma è in sala che entri in un’altra dimensione. Può piacere oppure no lo spettacolo del titolare, che viaggia tra l’artistico e il fuori luogo, l’eccessivo e l’appassionato, ma è indiscutibilmente sapiente.
La bovina di pascolo di questo mio terzo Da Irma (in compagnia della Fup, cena finale della diciannovesima stagione) ha 28 mesi e 48 giorni di frollatura.
Serata Grandiosa, non c’è aggettivo più descrittivo. Dalla prima emozione: il filetto di Chianina battuto al coltellaccio. All’ultima: quattro vassoi quattro di Fiorentina a trasformare la sala in un bosco di lecci querce ulivi.
Il sale? Bannato. Il pepe? Anche. Solo un filo d’olio. Da Irma, sia chiaro, c’è carne, solo carne. Cruda, cotta. Ma è la Carne. La più buona Carne mai mangiata. Un incanto, ieri, più di sempre: dal Chianti (il Castellare, per me, su tutti) al cioccolato, fino al caffè con latte podolico.
Prezzo correttissimo: 65 euro a testa.

Posted in: Locande